Christo, Land art e rinascita del territorio.

Tommaso Raimondo
4 min readApr 12, 2021

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Audace, controversa e trasformista. Sono alcuni dei termini che potremmo usare per descrivere la produzione artistica di Christo e di Jeanne-Claude, massimi rappresentanti della Land art — forma d’arte contemporanea caratterizzata dall’intervento diretto dell’artista sul territorio e sull’ambiente — capaci di rivoluzionare e trasformare il reale generando un rinnovamento dello spazio e del territorio.

Attraverso l’utilizzo di materiali semplici e di varia natura: passerelle, barili e teli di grandi dimensioni, le opere di Christo generano un’azione che sconvolge la vita dei cittadini e della comunità, che, per la prima volta, guarda al paesaggio con occhi nuovi.

Wrapped fountain, Spoleto, 1968

Vestito e nascosto dal drappeggio — come nel caso degli Impacchettamentio circondato da passerelle sospese, l’ambiente che conoscevamo, che ci era familiare, appare adesso sconosciuto e nuovo. Il quartiere in cui siamo cresciuti, il palazzo in cui abitavamo e quella chiesa dalle mura fatiscenti e scolorite, non ci sono mai sembrate tanto diverse. Paragonabili ad interruzioni nella linearità del nostro sguardo distratto e annoiato, le installazioni di Christo generano un cortocircuito cognitivo che confonde e disorienta l’individuo. Lì dove non c’era nulla, appare, ora, un velo dorato che veste il reale di nuove sembianze. Quell’edificio, adesso avvolto da un telo bianco, passa, perciò, dall’essere marginale all’essere centrale e predominante. Lo sguardo lo ricerca e ne è attratto. Le persone, imbattendosi, si fermano a osservarlo confusi e incuriositi. I media ne parlano. Si viene a generare uno spettacolo collettivo, corale e condiviso, in cui il territorio acquista nuovo valore e interesse. Una logica, questa, che è alla base dell’estetica che guida il lavoro di Christo e di Jeanne-Claude, dove l’opera d’arte si prefigura come strumento attraverso il quale operare una trasformazione e una rinascita del reale.

Running Fence, California del 1972–76

Con i lavori di Christo e Jeanne-Claude, si assiste, quindi, ad una reviviscenza generata dalla trasfigurazione della forma. Dove vi era rigidità e fermezza ora vi è leggerezza. Dove vi era fluidità ora vi è staticità e geometrismo rigoroso. Caso, quest’ultimo, che risulta evidente con l’installazione di Londra The London Mastaba, del 2018, in cui 7506 barili di petrolio color malva, rosso, blu e bianco, hanno generato una modifica formale dell’ambiente e del territorio circostante.

“Per qualche mese, The London Mastaba sarà parte del Serpentine Lake e dell’ambiente naturale e urbano che la circonda. […] I colori trasformeranno i cambiamenti di luce, e i suoi riflessi nel Serpentine lake diventeranno una sorta di dipinto astratto” — ha affermato Christo.

The London Mastaba, Londra, 2018
Geometrics reflections in the Serpentine Lake

The London Mastaba — oggi fruibile grazie ad un interessante progetto di augmented reality sviluppato da Serpentine Galleries e Acute Art — produce, infatti, una rinascita del territorio che passa attraverso la trasfigurazione della forma. Lì dove vi era uno specchio d’acqua, ora vi è una tela astratta e geometrica che cattura e meraviglia lo sguardo del passante, riuscendo, non solo a generare un’esperienza di piacere e di stupore — “Le cose che faccio non hanno alcuna funzione se non quella di dare piacere” come affermato dallo stesso autore — ma anche in un compito più difficile: restituire valore e interesse al quotidiano.

L’essenza delle opere di Christo e Jeanne-Claude e più in generale della Land art e del Nuoveau Realisme — movimento teorizzato da Pierre Restany, di cui Christo è un rappresentante — è, infatti, direttamente connessa alla possibilità da parte dell’artista di trasformare in opera d’arte il quotidiano, l’oggetto comune, e, in questo caso, il territorio. Le installazioni artistiche di Christo, come affermato da Maurizio Vanni in Il Nouveau Realisme e la cultura contemporanea, mirano a restituire alla struttura — palazzi, monumenti, ecc. — l’anima perduta, l’eleganza che, con l’abitudine e la contestualizzazione, non eravamo più abituati a percepire. Una vera e propria resurrezione che dona vita eterna all’essenza del reale, restituendo valore e attrattiva a questi luoghi; dimostrazione di come “arte e architettura possono valorizzare il paesaggio”, consentendo al territorio di rinascere attraverso la meraviglia e lo stupore di una “trasformazione favolosa”.

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Tommaso Raimondo
Tommaso Raimondo

Written by Tommaso Raimondo

Comunicatore per vocazione con l’interesse per l’arte, il cinema e il digitale. Mi trovate vicino al carrello dei dolci.

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